Raffaella Francesca Gueze

Ingegnere ambiente e territorio, Mobility Manager D'area
AUTOCANDIDATURA
Comune di Cesena
Regioni - Enti locali e loro unioni
SITUAZIONE DI PARTENZA

Lavoro all’interno degli enti pubblici da circa 20 anni e per l’esperienza che ho , principalmente come project manager, responsabile della sostenibilità ambientale e agente del cambiamento, ho avuto modo di sviluppare una visione globale e sistemica, grazie ad un confronto continuo con le tematiche ambientali dal punto di vista tecnico, sociale, regolamentare, gestionale , di relazione con i cittadini e gli stakeholder e di network con le comunità locali, nazionali ed internazionali.
In questi ultimi anni il tema dell’innovazione della pubblica amministrazione è diventato “finalmente” centrale ed ha avuto una grande accelerazione. Non si tratta solo di digitalizzazione, ma è un cambio epocale di mentalità, di approccio del ruolo del pubblico che invece che essere un semplice ente che amministra e governa (command and control) , diventa anche soggetto propulsore e creatore a livello locale di opportunità per il proprio territorio e per la cittadinanza.
Si è compresa, la necessità non solo di amministrare bene i problemi contingenti e conosciuti, ma anche di farsi trovare pronti a gestire quello che sta per accadere o che accadrà, anche se non sappiamo cosa sia, Si passa così da un approccio della gestione dell’emergenza a quella della gestione del rischio. Ma a livello globale è successo molto di più, le città si sono trovate ad essere i veri protagonisti del cambiamento a scala planetaria, assumendosi impegni, ma anche sfide, che traguardano i confini nazionali, essendo state riconosciute come il luogo dove nascono i problemi, ma soprattutto il luogo dove si trovano le soluzioni. Ed è per questo, che le città si stanno trasformando sempre di più in veri e propri HUB innovativi, dove sperimentare attraverso co-progettazioni, laboratori partecipati, partnership Pubblico-Privato, le soluzioni a problemi di oggi e di domani.
Ma gli enti pubblici si sono preparati ad affrontare questo cambiamento?
I dipendenti dal posto fisso sono in grado di accettare tale trasformazione?
E’ semplicemente una questione di rinnovamento generazionale oppure è il modello organizzativo, gerarchico e funzionale che va adattato?
In questa sfida, le città medie/piccole italiane hanno le stesse opportunità delle grandi città?
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COSA È STATO FATTO
Propongo il mio approccio e modalità di essere project manager applicato a tutti i progetti che ho gestito
Oggi tante delle modalità che ho usato hanno un nome che le identifica, e che userò nel testo, ma che al tempo in cui sono le ho usate erano non convenzionali ed è per questo che ho inserito anche alcuni progetti molto vecchi nei link
Per poter portare l’innovazione all’interno della PA, bisogna saper mischiare le competenze verticali o hard skills, con le capacità trasversali o soft skills
Il cambiamento sia esso pratico o mentale, facoltativo o normativo, ha la necessità di essere compreso, elaborato, sperimentato e poi applicato, quindi è sempre un processo lungo e faticoso
Di seguito approcci e strategie adottate nei progetti
Facilitazione nel far dialogare linguaggi diversi, scientifici, tecnici e pratici per riuscire a portare a terra i progetti. praticare la cultura dei dati, del loro valore nell’ essere condivisi ed ora open (bilancio ambientale) e dell’accountability per arrivare agli impatti e non solo ai risultati (Piano di adattamento, microclima)
Collaborazioni basate sulla fiducia, credibilità e trasparenza tra i diversi attori del territorio ( GAIA, partnership pubblico-privato, crowdfunding civico)
Mettere al centro i bisogni degli utenti. Definizione del Problem setting e poi del problem solving , I progetti pilota sono co-progettati, replicabili e/o scalabili.
(Mercato crediti CO2, progetto ROCK)
Valorizzazione del ruolo di tutti, il leader è chi ha più competenze (autorevolezza vs autorità), a volte può essere anche il tuo tirocinante! (corsi di formazione online con piattaforme interattive )
Condivisione delle Best Practices attraverso la partecipazione a network, locali, nazionali e internazionali, ( CA21L, ICLEI, UNI). Anche gli errori sono importanti per il miglioramento continuo, e a volte anche gli incompiuti non vanno abbandonati, perchè magari sono stati solo troppo anticipatari di bisogni latenti (Criteri ambientali minimi, Gppnet)
Investo costantemente nella formazione di qualità per continuare a fare bene il mio lavoro. ( executive master Business Innovation Design, certificazione ISO 56002- sistemi di gestione dell’innovazione), ma dedico anche tempo all’empowerment di colleghi e colleghe attraverso docenze su ciò che ho appreso e laboratori di miglioramento interni (agenti del cambiamento)
ADERENZA AL PREMIO
Oggi tante delle modalità che ho usato hanno un nome che le identifica, ma al tempo in cui le ho usate erano non convenzionali , semplicemente creative o folli!!
Per superare ostacoli burocratici, amministrativi, ho dovuto trovare (non da sola naturalmente!) soluzioni nuove e lavorare e far lavorare fuori dalla logica delle funzioni e gerarchie
Il modello organizzativo che utilizzo è circolare, si lavora come team mettendo a disposizione di tutti le proprie competenze, capacità e abilità
Lo scambio delle conoscenze all’interno del team, avviene sempre con un approccio pear-to-pear, valorizzando l’immaginazione dei singoli, perché è un saper vedere a 365°, con i 5° in più per gestire ciò che non c’è ancora o ciò che non si può “ancora” fare.
Si affrontano le questioni con un sistema aperto e condiviso, ma prima si studia, si ascolta, si osserva, si discute e poi si cercano le soluzioni!
Lavoro spesso su piccola scala con progetti pilota-sperimentali, li porto a terra li rendo autonomi, li rendo strumenti e politiche stabili e integrati dell’amministrazione, ( ed per questo che per alcuni progetti non esistono più siti dedicati!) li replico e poi li scalo a livello internazionale o mondiale, ma il mio ultimo progetto però è esattamente l’opposto.
Per il futuro, ho deciso di lavorare con tutta la mia professionalità entusiasmo e la passione ad un livello territoriale più piccolo, il comune di Cesena.
Per me è questo, il progetto più di rottura degli schemi che io abbia mai fatto, è una grande sfida che risponde al principio che nessuno venga lasciato indietro!
Amo il mio lavoro, sono sempre curiosa e credo nel bene comune.
Chi rompe gli schemi a mio avviso deve saper mettere in connessione l’immaginazione con la maestria, il passato col futuro, la bellezza con la tecnica e l’umanità con la tecnologia.