Antonio Fumagalli

CIO - CISO ASST Papa Giovanni XXIII Bergamo
AUTOCANDIDATURA
ASST Papa Giovanni XXIII – Bergamo
Strutture della sanità pubblica
SITUAZIONE DI PARTENZA

Sin dall’inizio del 20° secolo l’ASST Papa Giovanni XXIII (in precedenza Ospedali Riuniti di Bergamo), ha fornito i servizi necessari a soddisfare la domanda di salute ai cittadini della provincia di Bergamo a pazienti provenienti da tutto il territorio nazionale e più volte anche dall’estero. In questo scenario, ove operano medici e professionisti di riconosciuta fama internazionale, l’ICT ha giocato e continua a ricoprire un ruolo strategico nella digitalizzazione del percorso clinico ed amministrativo. La sfida umana nata dall’incalzare degli eventi della primavera 2020 ha favorito una incredibile accelerazione nell’adozione di idee e strumenti – alcuni peraltro già in fase di valutazione avanzata – diventati quanto mai necessari con l’arrivo della pandemia. Negli ultimi giorni di Febbraio l’arrivo dell’emergenza sanitaria ha completamente stravolto i piani di lavoro previsti per il 2020, rimandandoli a tempi migliori: la scelta su come investire le energie delle persone, tempo e denari così quali idee provare a mettere in campo è diventata obbligata… contribuire con le tecnologie ICT alla gestione dell’emergenza COVID-19. In pochissimo tempo è stato necessario riorganizzare il Team ICT per renderlo operativo H24, per garantire la miglior comunicazione e collaborazione con gli Utenti, sia e soprattutto per preservare la salute dei colleghi informatici – quindi la loro disponibilità – in momenti cruciali per la gestione dei servizi ICT a supporto del personale sanitario impegnato a fronteggiare il COVID-19. È stata pubblicata alla Direzione Aziendale una ‘carta dei servizi ICT per COVID’ per indicare come/dove/chi sarebbe intervenuto. La tradizionale posta elettronica è stata affiancata ed in molti casi ampiamente superata dai moderni strumenti di messaggistica personale: durante il periodo critico venivano scambiati messaggi H24 su molte ‘chat di gruppo’ appositamente create per indirizzare le richieste ed affrontare specifiche esigenze

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COSA È STATO FATTO

Trasformare l’Ospedale di Bergamo in un presidio COVID dotato di 500+ letti dedicati ai malati contagiati, aprendo nel contempo nuovi posti di Terapia Intensiva – mai attrezzati sino ad allora – ed allestendo un’area per grandi emergenze all’interno del Pronto Soccorso… in due settimane è stato solo l’inizio di una sfida di resilienza. Il dilagare della pandemia – che ha portato in brevissimo tempo a saturare la disponibilità presso la sede principale – ha posto la necessità di trovare altri spazi di cura presso una struttura esterna. Inizio lavori lunedì 23 Marzo con poche decine di persone, termine venerdì 4 Aprile con una partecipazione ai lavori di circa 600 persone. L’unione di intenti fra persone di ASST-PG23, l’Associazione Nazionale Alpini e centinaia di ‘artigiani bergamaschi’ – che hanno prestato opera volontaria – ha consentito di realizzare un progetto inimmaginabile seguendo una pianificazione tradizionale; è sorto un vero Ospedale presso la Fiera di Bergamo con 142 posti letto, dotato della strumentazione medicale – TAC, monitor multiparametrici, ventilatori – e decine di postazioni di lavoro informatizzate fisse e mobili per garantire tutte le cure intensive. Le fotografie e filmati possono solo in parte restituire le emozioni di chi ha lavorato direttamente sul campo a quella impresa, indimenticabile! Il corso degli eventi ha portato sia ad un’estensione delle tecnologie in essere presso l’ASST Papa Giovanni, sia all’implementazione in brevissimo tempo di tecnologie innovative soprattutto se applicate all’ambito sanitario ed alla Pubblica Amministrazione. Strumenti come la videoconferenza o lo scambio di documenti tramite ‘cloud’ hanno reso possibile l’avvio della modalità di lavoro ‘agile’, da lunghissimo tempo in fase di valutazione (!) dal punto di vista organizzativo

ADERENZA AL PREMIO

Una situazione molto difficile doveva e aggiungerei poteva essere affrontata solo con modalità di esecuzione ‘non convenzionali’: i tempi di approvvigionamento ed allestimento del materiale sono stati compressi da mesi a giorni talvolta ad ore; la crescita esponenziale dei contagi, con una richiesta incessante ed incalzante di nuove attrezzature da utilizzare in Terapia Intensiva o nei reparti di degenza di un Ospedale ormai convertito a presidio COVID, ci hanno obbligato a cercare e prenotare il materiale ‘chattando’ con i nostri fornitori ! Il tempo di esecuzione era l’elemento più prezioso: anticipare le esigenze dei sanitari, preparando centinaia di postazioni di lavoro, ha consentito di attivare nuovi settori di Terapia Intensiva in pochi giorni, allestendoli con ogni tipologia di attrezzatura per garantire attività fra loro molto differenti sia per il luogo in cui venivano svolte sia per il personale sanitario coinvolto. In quel periodo non eravamo più solamente ‘tecnici informatici’, l’emergenza ci unì a tutte le persone che lavoravano in Ospedale per diventare una grande Squadra, con un unico obiettivo comune: garantire le cure e salvare i pazienti, il vero risultato di ‘business’ del nostro lavoro. La semplicità di accesso alle cure, la qualità nella gestione clinica e la tempestività nella risposta alla domanda di salute sono realizzabili se abilitati da strumenti e modalità di esecuzione che consentono un cambiamento – anche ‘disruptive’ – nei processi e nella gestione, tutti elementi che rappresentano il vero valore di una Azienda sanitaria. L’impostazione velocemente impressa all’ICT aziendale ha consentito come beneficio alla ripresa dei contagi, la veloce riattivazione dell’Ospedale presso la Fiera di Bergamo, in quattro giorni. Ancora una volta l’anticipare gli eventi può portare a vantaggi non solo nell’erogazione delle cure ma anche nell’ottimizzazione delle risorse sanitarie che possono essere al meglio indirizzate in funzione delle necessità